Gli interventi di Learning Cities si realizzano a supporto dei propri committenti e sono generalmente caratterizzati da azioni di “partecipazione civica”. Con questo, si intende processi strutturati di discussione e di progettazione su temi di rilevanza pubblica che coinvolgono una pluralità di soggetti (istituzioni pubbliche, gruppi organizzati, esperti di settore, singoli cittadini) e di posizioni, che possono essere attivato dal basso, su richiesta della società civile o promossi dall’alto.
Learning Cities riesce così a dare forza a quelle istituzioni o organizzazioni che preferiscono attivare processi decisionali inclusivi (con gruppi di stakeholder e cittadini comuni coinvolti in discussioni informate e strutturate), il cui obiettivo è generare decisioni ampiamente condivise, piuttosto che imporre la propria volontà.
Anche la scrittura di progetti per attingere a risorse pubbliche nazionali o europee, beneficia di approcci di questa natura.
Alla base di queste pratiche vi è un insieme di metodi e tecniche di partecipazione finalizzate a costruire occasioni di confronto tra cittadini, istituzioni ed altri portatori di interesse. Tali discussioni si svolgono secondo regole concordate, su temi specifici ed entro tempi prestabiliti e presuppongono che tutte le parti in causa dispongano di una informazione ampia, trasparente e paritaria. La padronanza di questi metodi e l’ampia rete accademica ed istituzionale a sostegno delle azioni di Learning Cities, la rendono un operatore per l’assistenza tecnica ad enti e imprese, unico nel suo genere.
Le pratiche partecipative di Learning Cities sono caratterizzate da un elevato grado di strutturazione: sono organizzate in fasi, richiedono tempi e modalità organizzative definite, hanno bisogno di utilizzare metodologie specifiche e di risorse adeguate, sia finanziarie che umane.
A seconda della numerosità dei potenziali partecipanti, degli strumenti utilizzati, della complessità del processo, delle regole e delle fasi in cui si scompone, per realizzare una iniziativa di partecipazione è necessario ricorrere all’assistenza di figure professionali specifiche come i facilitatori professionali (soci o professionisti indipendenti) qualificati, che hanno il compito di facilitare il dialogo accompagnando i lavori, oltre che altre tipologie di specialisti: progettisti, mediatori, analisti, comunicatori, esperti di procedure pubbliche, animatori e così via) capaci di pianificare e condurre un processo partecipativo dall’inizio alla fine.
La strutturazione di un processo partecipativo è frutto sempre di una coprogettazione con il committente e consente di definire, di volta in volta, gli strumenti e le tecniche più adatte a favorire il dialogo e le decisioni.
Ogni progetto definisce:
- lo scopo (che può essere deliberativo, consultivo o risolutivo);
- i criteri di selezione adottati per individuare i partecipanti (e quindi l’ampiezza della partecipazione);
- gli effetti (limitati a chi partecipa al processo oppure estesi a un pubblico più vasto);
- il soggetto che promuove il processo partecipativo (Pubbliche Amministrazioni, cittadini singoli o associati);
- il livello istituzionale in cui viene attivato (comunale o privatistico, provinciale, regionale e nazionale);
- i temi oggetto della discussione (argomenti di rilevanza generale oppure con un forte impatto locale).
La competenza specifica di Learning Cities è dunque molto utile in vari ambiti della prassi decisionale e di programmazione della pubblica amministrazione, ambito in cui eroghiamo specifica assistenza tecnica, nella determinazione di specifiche politiche di sviluppo e in tutti quei casi in cui le politiche pubbliche vanno messe in atto tramite un’attiva partecipazione dei destinatari e di quanti interessati dalle decisioni del caso. Oggi è pressoché impensabile non coinvolgere gli stakeholder quando:
- si devono realizzare progetti di riqualificazione urbanistica, di sviluppo locale o attuare politiche in campo ambientale o sanitario;
- nella programmazione degli interventi cofinanziati dai Fondi Europei, quando è richiesto alle amministrazioni pubbliche destinatarie delle risorse di progettare gli interventi in maniera condivisa, coinvolgendo tutti gli attori pubblici e privati di un territorio;
- in presenza di una situazione di conflittualità, reale o potenziale, su base territoriale.
In un momento storico caratterizzato da città sempre più dotate di edifici e spazi pubblici del patrimonio culturale, anche ristrutturati ma troppo spesso inutilizzati, Learning Cities diventa il partner ideale per sviluppare soluzioni che prevedano la gestione di tali beni, onde evitare che il disuso ne comprometta l’esistenza o la piena funzionalità.
Learning Cities supporta i decisori a far sì che le soluzioni ideate siano capaci di conciliare le esigenze economiche e sociali della comunità locale con la conservazione, stimolando forme d’uso più sostenibile e moderne ed adottando forme di gestione del patrimonio basate su modelli:
- di collaborazione pubblico-privato che prevedano una sostenibilità economica;
- di apertura verso le imprese creative e le nuove forme di lavoro;
- di incoraggiamento all’inclusione dei cittadini, non solo nell’uso dei beni ma anche nella loro gestione.