La progettazione partecipata è un processo che include le parti interessate sin dalle prime fasi della progettazione. Questo coinvolgimento delle parti interessate e degli utenti finali insieme consente al processo di progettazione di essere accolto più positivamente dai beneficiari stessi dell’attività di design. Questi partecipanti, sono in grado di esprimere e mettere a disposizione del processo coprogettuale, la propria esperienza pratica, ormai ampliamente definita: user experience. Il design partecipativo si presta all’innovazione del design incentrato sull’utente poiché alimenta un’atmosfera di sviluppo più creativa.
Learning Cities Impresa Sociale, nata nel 2008, affianca organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore nella progettazione e facilitazione di processi partecipativi. In particolare, Learning Cities implementa percorsi di coprogettazione bastai sullo sviluppo di quadri logici e finalizzati alla redazione dei formulari preposti alla richiesta di fondi pubblici, nazionali o europei, con elevato livello di efficacia.
Le tecniche a supporto di questi approcci di co-design si preoccupano di fornire ambienti di apprendimento condivisi e creativi, per utenti e sviluppatori, nella consapevolezza di quanto sia importante creare approcci collaborativi all’innovazione che mettano l’uomo al centro del processo di sviluppo tecnico: Brainstorm; CoCreate; Utente (Scenario Lavoro/Compito); Progettisti o sviluppatore delle componenti di sistema. Il verbo “partecipare” sia nell’uso politico che in quello comune significa da un lato “prendere parte” a un determinato atto o processo, dall’altro “essere parte” di un organismo, di un gruppo, di una comunità. La progettazione partecipata in ambito sociale è una prospettiva metodologica che prevede la collaborazione dei vari attori di una comunità (cittadini o gruppi sociali destinatari di un’iniziativa, amministratori e tecnici) che, attraverso spazi e momenti di elaborazione, sono coinvolti nell’ideazione o nella realizzazione comune di un progetto con ricadute positive sui partecipanti e il loro gruppo di appartenenza (Martini, 2003).
Learning Cities ha competenze avanzate di facilitazione ed è il partner ideale per affiancare Comunità locali o organizzazioni che necessitano di dialogare con intere comunità locali.
Alcuni ambiti in cui la progettazione partecipata è stata più tipicamente utilizzata per accompagnare gli interventi sono:
  • la salute dei cittadini (ad es. la definizione dei piani e dei profili di salute, i progetti per la prevenzione e la promozione di stili di vita sani)
  • l’ambiente (ad es. la costituzione di comitati per la lotta all’inquinamento, i progetti per la diffusione di comportamenti ecologici)
  • la sicurezza urbana (ad es. i processi di mediazione dei conflitti)
  • l’urbanistica (ad es. la riqualificazione dei quartieri, la costruzione di nuovi insediamenti)
  • la creazione di nuovi servizi per i cittadini o per categorie sociali particolari
  • la formulazione di politiche (ad es. i bilanci partecipativi, i processi di democrazia deliberativa)
  • più in generale la risoluzione di problematiche complesse
Diverse applicazioni hanno poi riguardato i contesti più imprenditoriali e soprattutto le filiere e le reti. Sono stati sviluppati molti approcci; alcuni di questi funzionano bene con un approccio meno formale. I processi partecipativi possono essere promossi da un’amministrazione pubblica, da un ente o dai cittadini stessi. Si possono distinguere processi innescati dall’alto (o top-down) e dal basso (bottom up). Nei primi sono le amministrazioni o gli enti pubblici a promuovere la partecipazione interrogando i cittadini o definendo insieme a loro i problemi da affrontare o infine attuando i progetti con i destinatari. Quando i processi partono dal basso sono i cittadini che, attraverso forme di associazione, interrogano il territorio, fanno pressione sull’amministrazione e perseguono attivamente obiettivi comuni con fini solidaristici e di sviluppo del territorio. Le risorse in questo caso sono rintracciate nella comunità stessa, richieste ad organizzazioni che condividono obiettivi simili, o direttamente presso l’amministrazione che governa il territorio (Labontè, 2008).
Nella maggior parte dei processi top-down la gestione dei processi partecipativi è affidata a un facilitatore, il cui compito è quello di stimolare il confronto e la collaborazione tra i diversi attori. Questo è uno dei ruoli specifici che riveste Learning Cities Impresa Sociale, con il suo staff di esperti. Appare qui importante raccomandare, dove è possibile, che il facilitatore conosca bene la comunità senza tuttavia farne parte, così da evitare che i suoi interessi influiscano sull’indirizzo delle scelte. Allo stesso tempo l’estraneità del facilitatore è un elemento fondamentale per creare tra i partecipanti un senso di fiducia circa la sua imparzialità nella direzione dei lavori.
Nei processi bottom-up i cittadini si affidano a esponenti della comunità stessa o, anche in questo caso, a un facilitatore esterno che supervisioni il lavoro e che supporti il gruppo nello sviluppo della propria iniziativa. Esempi di progettazione dal basso sono riportati in Laverack (2007). In tutti questi casi, gli esperti di Learning Cities provvedono a supportare i committenti per la progettazione, la facilitazione, l’erogazione di servizi, l’organizzazione di eventi, la rendicontazione di progetti, l’assistenza tecnica alle autorità di governo locale, la consulenza all’imprenditoria privata.