Street art e inclusione sociale a Bari: il murale di FREEDOORS

Street art e inclusione sociale: il progetto FREEDORS  organizza “Murales in Libertà”  e dipinge il quartiere Libertà di Bari.

Il presiedente e i murale

Il presidente di Learning Cities Impresa Sociale davanti al murale appena completato all’imbrunire

Realizzazione del murale del progetto FREEDOORS. Azione cofinanziata dal progetto Progetto BA3.3.1.g “URBIS” finanziato nell’ambito del PON Città Metropolitane 2014-2020 Asse 3, Azione 3.3.1 –per la creazione di servizi di prossimità presso le aree urbane a forte rischio di marginalità- CUP J99F18000540006.

Si è svolto martedì 5 luglio 2022 a Bari, a partire dalle ore 9 e per tutta la giornata nella Piazza Redentore nel quartiere Libertà di Bari l’iniziativa “Murales in Libertà” che vedrà due giovani artiste, Ember e Serena Grassi, realizzare un murale con pittura Sikkens e vernice spray sul tema dell’inclusione sociale.

L’iniziativa è sviluppata nell’ambito del progetto FREEDORS, patrocinato e co-finanziato dal Comune di Bari, che ha come scopo il rafforzamento del capitale sociale del quartiere Libertà, mediante azioni culturali, artistiche e di social innovation per tramite di un partenariato a tre: Learning Cities Impresa Sociale, l’associazione Periplo e la capofila associazione DIOUBO, tutte con sede in Bari.

Si tratta di una grande opera d’arte esplicativa e riassuntiva di un percorso di iniziative laboratoriali e culturali che ha visto comunità di migranti, associazioni e parrocchie  che operano nel campo delle politiche migratorie e di inclusione sociale nel Libertà – un quartiere importante per la città di Bari la cui evoluzione storica l’ha reso una frontiera interna al tessuto urbano, una periferia a due passi dal salotto del centro cittadino – mettersi in relazione e fare networking provando a trasformare il quartiere attraverso il dialogo e la condivisione dei propri bisogni. Questo, al fine di creare un comune senso di appartenenza al territorio e una visione di sviluppo fondata sulle aspirazioni e le necessità di chi lo vive.

Freedors promuove iniziative di partecipazione e integrazione sociale, attraverso linguaggi universali come la musica, la danza, il cinema e il teatro, e si occupa anche di assistenza alle persone migranti nell’espletamento di pratiche formali e burocratiche legate alla loro permanenza nel territorio e all’orientamento professionale.

Uno specifico obiettivo, ovvero la terza azione denominata “Libertà in arte” curata da Learning Cities, è stato quello di realizzare un percorso partecipativo, logico e di metodo, che ha coinvolto giovani e migranti del quartiere in un processo di ideazione e realizzazione di idee, con lo scopo di far emergere tematiche a cui loro sono sensibili, con il duplice beneficio di stimolare inclusione sociale e riqualificazione dello spazio urbano. Si è messa in atto una pratica innovativa sul tema dell’inclusione sociale, adottando sia l’approccio delle Comunità che Apprendono, sia i principi del Design Thinking.

Gruppi di lavoro immigrati

Gruppo di ragazzi immigrati che studiano Italiano presso la scuola Penny Wirton

L’Impresa Sociale Learning Cities ha così sviluppato diverse collaborazioni nell’ambito di questo progetto; in particolare, l’idea del murales nasce dalla collaborazione con i referenti del laboratorio dell’Università degli Studi di Bari denominato Orsù Innovation Lab, grazie al quale è stato coinvolto un team di laureandi, coadiuvato da esperti del settore, che ha “prototipato” il percorso di inclusione sperimentale, denominandolo Murales in Libertà ed è poi diventato parte integrante del gruppo di lavoro che ha realizzato le azioni previste dal progetto. Il team di Learning Cities ha così intervistato oltre cinquanta migranti e residenti del quartiere Libertà, sulla qualità dei servizi offerti, su come hanno vissuto la fase di integrazione, ecc. mediante l’attuazione di laboratori interattivi di ricerca azione, questionari e dibattiti.

Diverse fasi hanno scandito questo percorso: una prima fase di mappatura e di contatto delle diverse associazioni di migranti o comunque interessate ai temi dell’integrazione; una se seconda fase laboratoriale in cui, attraverso un processo partecipativo basato su workshop co-organizzati con alcune delle suddette organizzazioni del quartiere, sono emerse problematiche e proposte; in una fase successiva, le proposte sono state elaborate per diventare temi su cui gli stessi partecipanti hanno realizzato delle piccole opere d’arte in base alle loro passioni o studi (disegni, dipinti elaborati testuali); l’ultima fase si conclude con la realizzazione del murale nel quartiere Libertà: una grande opera d’arte simbolo di un dialogo e di una condivisione possibile di cui ogni singolo partecipante possa sentirsi autore.

Paola Romano al Murales

L’assessora alla Cultura Paola Romano, del Comune di Bari, ha presenziato le fasi finali di realizzazione.

Colori sikkens

Le artiste compongono i colori donati dalla Sikkens

Gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro, con l’Assessora Romano, davanti all’opera in via di completamento

 In ciascuna di queste fasi, sono stati coinvolte a vario titolo diverse organizzazioni, oltre quelle già citate, che hanno supportato il progetto in questa specifica azione: in particolare:

  • la scuola di italiano per stranieri Penny Wirton, che ha supportato la realizzazione dei laboratori, anche mettendo a disposizione le proprie sedi;
  • la Parrocchia Santissimo Redentore, dei Salesiani, che ha prima coinvolto alcuni ragazzi nei laboratori ed ha poi offerto il muro del proprio Oratorio per la realizzazione del Murales;
  • il Distretto Produttivo dell’Industria Culturale Dialogoi che ha creato una connessione con le artiste formatesi presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce;
  • la AkzoNobel Coatings S.p.A con sede a Castelletto Sopra Ticino (NO), a cui va un particolare ringraziamento per aver fornito le pitture Sikkens, usate dalle artiste per la realizzazione del murales.

«L’arte, in questo senso, diventa» commenta Antonio Massari, presidente di “Learning Cities” «veicolo di dialogo e scambio tra ragazzi della stessa generazione con background culturali differenti, e oggetto di identità e visibilità di un quartiere che non vuole essere ghettizzato e citato solo negli articoli di cronaca, ma che cerca riscatto con un simbolo di apertura e richiamo. Certo, l’emergenza COVID ha reso tutto più lungo e complesso, ma la disponibilità a mettersi in gioco su questi temi, del quartiere e dei migranti ivi residenti, si è ben percepita».

Learning Cities

Nata nel 2008 come associazione di promozione sociale, Learning Cities, oggi Impresa Sociale, è una organizzazione preposta alla qualificazione di percorsi di coesione sociale nelle comunità territoriali.

Forte di un ampio ventaglio di competenze manageriali ed operative sul fronte delle metodologie partecipative, Learning Cities agisce nelle comunità locali attraverso progetti ad hoc, di cui rende protagonisti gli enti locali di governo del territorio, declinati nei diversi settori dello sviluppo economico, sociale, culturale.

Con l’adeguamento all’ultima riforma del terzo settore, Learning Cities sceglie di diventare parte attiva nei progetti finanziati che solitamente ha ideato e redatto per tramite dei propri associati o collegati, assumendo la titolarità del ruolo di agente di cambiamento e di vettore d’innovazione sociale.

Fasi insiziali

Ember e Serena Grassi nelle fasi iniziali del lavoro

Cittadini che hanno seguito la preparazione del murale

Cittadini che hanno seguito la preparazione del murale si affiancano al gruppo di lavoro.

Osservatori

Il Murale prende forma sotto gli occhi attenti del team di progetto

Le persone che animano Learning Cities hanno lunga esperienza sul fronte della progettazione, della facilitazione, della gestione e della valutazione di processi di sviluppo socioeconomico e culturale, inclusivi e basati sulla partecipazione civica. Essi affiancano amministratori, funzionari pubblici ed operatori imprenditoriali nell’impostazione di strategie evolutive adeguate alla generazione di cambiamenti e nuovi approcci negoziali, nei territori o negli ambiti locali di loro riferimento.